Programma

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«artikuba26»
view post Posted on 11/6/2012, 01:02




Costruiamo un progetto dinamico e giovanile per la libertà di ognuno nella convivenza comune. Combattiamo la politica ridotta a conquista di potere. Comportiamoci in modo coerente. Lottiamo contro gli avversari della positività liberale.
Noi lavoriamo per dissolvere le incrostazioni nella convivenza e nelle relazioni culturali ed economiche tra individui diversi. Le politiche Liberal-Progressiste non sono a discrezione dei potenti bensì scelta di governo scaturita da battaglie civili ed elettorali. Dar voce politica alle persone è la condizione necessaria per avviare la politica imperniata sul cittadino di cui il paese ha bisogno. Significa riunire chiunque sostenga oggi la mentalità e i progetti liberalprogessisti, compreso chi appartiene a storie laiche diverse.

Le urgenti riforme per dissolvere le incrostazioni sulla libertà del cittadino vanno presentate agli elettori. Noi ci impegniamo a compiere ogni atto politico organizzativo utile, cominciando dalla raccolta delle firme, a presentare una lista liberalprogressista e riformatrice alle prossime elezioni politiche del 2013.
La nostra lista ha quattro regole. Non permettere confusioni politiche, concettuali od operative, tra chi ricerca la libertà e chi non la vuole. Non stringere alleanze che valgano al di fuori degli argomenti e oltre i tempi per i quali le abbiamo strette. Non stringere coalizioni senza la ragionevole accettazione delle nostre scelte. Infine denunciare, le coalizioni che non attuano i loro patti costitutivi e in particolare le scelte concordate.

Un progetto alternativo per governare. Lʼassenza di politica per oltre 15 anni e la mancanza di unʼalternativa per il dopo Berlusconi, hanno provocato la crisi del paese e il ricorso al governo dei tecnici. Noi avanziamo un progetto per governare sui punti essenziali per il futuro.

1) Un embrione di tassazione europea – La moneta europea va gestita nel quadro dell’economia europea e non più solo nazionale. Occorre un embrione di tassazione europea, trasferendo una piccola parte delle entrate fiscali a un governo europeo che sia qualcosa di più dell’attuale Commissione tra Stati. Servirà a far crescere lʼEuropa dei cittadini al posto delle burocrazie eurocentriche di mentalità statalista, incapaci di prevedere i pericoli per i mercati insiti nelle agenzie di valutazione in conflitto di interessi e nella indifferenziata disciplina tra grandi e piccoli istituti di credito. LʼUE deve abolire i dazi sull’importazione dei prodotti alimentari dei paesi poveri, ottenuti senza sfruttare manodopera minorile.

2) La separazione Stato religioni – La struttura concordataria riduce la sovranità civile. La sola strada coerente per la libera diversità dei cittadini, specie nell’attuale crescita multireligiosa, è il separatismo tra Stato e religioni. Realizza la piena libertà del cittadino di avere o no una religione e di praticarla nel privato e nel pubblico, ed evita ogni commistione tra la libertà del cittadino e qualsiasi autorità ad essa sovraordinata. Separatismo è consapevolezza di due dati. Uno è che il diritto ad una scelta personale atea o anticlericale non si traduce nel colpevolizzare la Chiesa contraddicendo la libertà di religione. Lʼaltro è che gli avversari del separatismo sono i cittadini che, usando in modo improprio il magistero della loro Chiesa, fanno della fede la fonte legislativa, al fine di riservarsi il ruolo di mediatori tra istituzioni civili e comunità religiosa.

3) Modifiche elettorali e nei cambi di governo – Oggi la legge elettorale impedisce la scelta del candidato e da un premio di maggioranza eccessivo. Va restituita la scelta del rappresentante al cittadino, limitata la eliggibilità a 2 legislature, adottati sistemi elettorali con premio di maggioranza circoscritto e con indicazione preventiva delle coalizioni (non il Presidente del Consiglio sulla scheda), introdotto un diritto di tribuna, abbassati i costi edaumentata la funzionalità della politica. Inoltre occorrono forme di controllo concrete e continue del cittadino sui propri rappresentanti.

4) Lavoro e Pubblica Amministrazione – La libertà di intraprendere in proprio deve divenire effettiva, facilitandone l’avvio burocratico e finanziario, rilanciando la concorrenza, alleggerendo la aliquote fiscali, combattendo le posizioni dominanti, imponendo alla Pubblica Amministrazione di pagare a breve i fornitori.Dall’altro, le forme retributive devono fondarsi sulla partecipazione dei lavoratori ai risultati aziendali oltre che sul sistema salariale tradizionale. Ciò per un riequilibrio occupazionale assai più marcato e più sollecito dell’attuale. Insieme si devono smantellare le strutture pubbliche ridondanti che fanno lievitare i costi e complicano le procedure amministrative. Eʼ opportuna lʼabolizione delle province, e poi il consorziare, non escludendo lʼaccorpare, i numerosi piccoli comuni. Serve a ridurre l’impiego fuori luogo di politici e le burocrazie non giustificabili. Occorre riqualificare la spesa pubblica al netto degli investimenti e degli interessi. Contro lʼevasione sono essenziali gli ordinari controlli di istituto ed anche introdurre il quotidiano contrasto di interessi tra fornitore e fruitore attraverso la detraibilità fiscale per tutti i servizi alla persona.

Allo stesso fine, occorre una revisione approfondita della giustizia civile, così da dirimere con celerità i contrasti della vita quotidiana (riservando alla mediazione professionale tutto lʼaccertamento dei fatti e al magistrato le questioni di diritto, importanti ma rapidamente risolubili). Quanto alla giustizia penale, ribadiamo come vincere le elezioni non ponga sopra la legge e come chi ha il compito di applicare la legge non può essere un potere alternativo di tipo politico sganciato dal controllo elettorale. La competitività esige dotarsi presto di infrastrutture adeguate nelle aree arretrate. Per trovare le risorse che lo Stato non ha, una via è la concessione a privati di beni pubblici per un tempo commisurato agli investimenti e l’utilizzo di fondi europei finanziati con titoli di debito europeo. La ricerca avanzata deve costituire una priorità, destinandole fondi statali per almeno 2% del PIL e creando norme perché si moltiplichino gli investimenti privati, oggi comparativamente molto bassi.

5) La libertà nei sistemi di comunicazione – Nel complesso i mass media non diffondono la cultura critica e lʼattitudine a riflettere, irrinunciabili per cogliere lo scorrere del tempo. Tanto più quando le posizioni dominanti via etere trasformano l’informazione in propaganda, l’opposto dell’informazione conoscitiva. Andrà ridotto ad una sola rete tv ed una sola rete radiofonica il servizio pubblico gestito da una società pubblica al 100%, finanziata dallo Stato e senza raccolta pubblicitaria. Le restanti due reti RAI

saranno affidate a società con maggioranza contendibile sul mercato, e normale raccolta pubblicitaria commerciale. In Tv e radio vanno impedite situazioni pubblicitarie dominanti, salvo i periodi di avvio tecnologico. Da abolire lʼilliberale tributo per la proprietà dell’apparecchio TV. in TV e in radio applicano il criterio della Par conditio tra i gruppi politici parlamentari e garantiscono spazi per i programmi dell’accesso. La Par conditio va applicata dalle reti commerciali nei diversi periodi elettorali. Distinguere tra libertà di espressione (garantita a tutti) e professione giornalistica, è insensatezza pericolosa. L’Ordine dei giornalisti va soppresso e le funzioni deontologiche svolte da organismi non corporativi composti da esterni in grado di interpretare il diritto dei cittadini ad essere informati correttamente.

6) Internet – Le reti internet sono un potentissimo strumento di interrelazione tra i cittadini (purché se ne sviluppi il rapporto critico con la realtà e non il mezzo per sfuggirla) ma solo un terzo di italiani ha collegamenti internet con linee veloci. Vanno favoriti gli investimenti, stimolata la domanda ed evitato il distorcersi di internet sotto tre aspetti. La non garantita sicurezza della rete, la possibilità che i titolari del servizio esercitino controlli tipo grande ragno e lʼuso della rete sganciato dalla responsabilità. Occorre rovesciare la politica informatica della Pubblica Amministrazione. Senza motivi tecnici, utilizza sistemi proprietari di grandi società invece di sistemi aperti; facendo fuggire all’estero gli informatici, esponendosi all’esosa manutenzione delle ditte proprietarie e mettendo in mani straniere le chiavi di ogni struttura operativa nazionale. Infine va garantito l’accesso gratuito a internet a tutti i cittadini in quanto, essendo un servizio indispensabile, non deve rappresentare un costo insostenibile per le fasce di popolazione che non hanno la possibilità di sostenerne i costi.

7) Le cornici della libertà nel convivere – Rendere possibile una vita migliore per ciascuno oggi, non deve dimenticare gli equilibri nel tempo. Alle norme odierne, vanno affiancati meccanismi per controllarne le conseguenze. Sono le condizioni primarie di legalità e di sicurezza. Deve esserci la libertà di scegliere la propria esistenza, scelte sessuali ed affettive incluse, senza danni agli altri. Da qui una normativa aperta che dia regole anche per le coppie di fatto di ogni genere nel solco dell’art.29 della Costituzione, inserire nel nostro ordinamento l’istituto del matrimonio tra appartenenti allo stesso sesso come già accade in molti Paesi occidentali. Inoltre è urgente inserire una normativa legislativa che stabilisca un uso individuale della Canapa e dei suoi derivati libero e dia la possibilità, a chi lo desiderasse, di coltivare e commerciare senza incorrere in nessuna sanzione.
Deve essere consentito lʼuso commerciale del proprio corpo nel rispetto fiscale, va inserita una normativa legislativa che sancisca il diritto di redigere una dichiarazione vincolante di fine vita rifiutando ogni intervento terapeutico non desiderato incluse idratazione ed alimentazione.

8 ) L’indebitamento pubblico – L’indebitamento pubblico va curato ora. 1.900 miliardi di euro di debito (oltre i 100 di ritardi verso le imprese), incidono sulla democrazia. Inducono gravosi interessi per un terzo del gettito tributario sul reddito dei cittadini. La crisi globale ha ridotto il PIL, le spese dello Stato hanno superato le entrate e contribuiscono al deficit in aggiunta agli interessi sul debito. Questo abnorme debito produce interessi già oltre il 4% del PIL (intorno gli 80 miliardi di euro), una cifra che dovrebbe essere coperta dal ristabilirsi di un avanzo primario annuo con la ripresa quando ci sarà (non presto). Dunque il debito pubblico è destinato ad aumentare, in assoluto e in percentuale sul PIL. I mercati se ne sono accorti. I buoni rapporti diplomatici non sono decisivi. E’ urgente attivare la capacità di intraprendere, quindi gli investimenti, quindi l’aumento del PIL, e quindi la minor incidenza del debito pubblico. L’Italia ha retto finora il debito pubblico perché la propensione al risparmio delle famiglie è molto superiore (intorno ad 8.500 miliardi di euro) a quella degli altri paesi. Oggi, è necessario utilizzare quella propensione (aggiuntiva e non sostitutiva dei tagli) per compiere un’operazione strutturale tra risorse private, debito pubblico e proprietà alienabili dello Stato. Anche perché lʼItalia ha con lʼEuropa un impegno a diminuire il debito del 3% all’anno per 20 anni. L’obiettivo è innescare un meccanismo virtuoso che risollevi la fiducia dei mercati e cambi il quadro economico italiano. Occorre avviare contestualmente da una parte lo sforzo dei cittadini di utilizzare i loro risparmi per una drastica diminuzione del debito pubblico (o almeno per accrescere la quota del debito in mano agli italiani, che oggi lo è per meno della metà, cioè un terzo di un ventennio fa ) e dall’altra la contestuale riduzione del numero delle aliquote Irpef e del livello di quelle Irpef ed Iva (la diminuita imposizione fiscale rende meno accattivante lʼevasione). Purtroppo, i passi fatti dai ”tecnici” proseguono l’indirizzo statalista burocratico, facendo crescere le imposte sui redditi. Si parla di necessità di sviluppo, ma non si vede come possa realizzarsi stante lʼimposizione fiscale arrivata al massimo storico.


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