Blacklight: Tango Down

« Older   Newer »
  Share  
artikuba26
view post Posted on 15/7/2010, 15:28




image


Di sparatutto in prima persona più o meno realistici, che non divaghino nel genere dei simulatori, è ormai stracolmo il catalogo di tutte le macchine da gioco HD, e non sembra certo un genere in via di saturazione (anche se qualcuno potrebbe pensare che lo sia), almeno a giudicare dai milioni di copie che serie come Call of Duty e Battlefield riescono a vendere. Passando però al sotto-genere dei giochi esclusivamente multiplayer, venduti magari a prezzo ridotto, l'offerta è certamente meno vasta e diversificata; su Xbox 360 annoveriamo per l'appunto Battlefield: 1943 mentre su PC è possibile reperire alcuni "classici" come Counter-Strike: Source ma nulla che sia propriamente innovativo.

addio ai camper
Dal momento che di Blacklight: Tango Down vi abbiamo offerto un'anteprima "hands-on" poco tempo fa (e vi invitiamo a consultarla per tutte le informazioni preliminari), tanto vale buttarci a capofitto nella disamina degli aspetti peculiari del gameplay, con la premessa che l'ambientazione è sì ben delineata sotto il piano stilistico ma non fa certo gridare al miracolo in termini di originalità: due fazioni si combattono a suon di armi moderne (fucili d'assalto, SMG e così via) all'interno di zone urbane devastate e in rovina, e questo è quanto vi basti sapere.
Tra l'equipaggiamento dei soldati spicca la presenza di un futuristico elmetto dotato di visore, grazie al quale i giocatori ricevono tutte le solite informazioni come la salute e le munizioni residue; premendo un tasto viene attivato una specie di "scanner" in grado di segnalare per pochi secondi la posizione di nemici e alleati, come se fosse possibile vederli attraverso muri e ostacoli. In buona sostanza, pur essendo presenti svariati punti in cui divertirsi a "cecchinare" gli avversari da lontano, il gioco è pensato per scoraggiare al massimo la classica tattica dei "camper", cioè di quei giocatori che amano rimanere immobili in uno specifico punto della mappa cercando di prendere di sorpresa tutti quelli che si trovano a passare nelle vicinanze.

squadre e solisti
Le modalità per il gioco competitivo, come noto da tempo, non offrono grandi spunti di originalità: c'è il solito Deathmatch, anche a squadre, poi una specie di "cattura la bandiera" e una modalità in stile Battlefield, gli usuali Last Man Standing e Last Team Standing, per finire con una modalità - abbastanza divertente - che richiede di raccogliere una bomba al centro della mappa e farla detonare nella base nemica.
Deathmatch a parte, tutto il comparto competitivo è pensato per enfatizzare il gioco di squadra e la coordinazione tra giocatori, che possono ovviamente comunicare tra loro tramite cuffia e microfono. La collocazione dei giocatori nelle due squadre viene decisa dal sistema di matchmaking sulla base del livello raggiunto da ciascun giocatore e dobbiamo dire che abbiamo assistito quasi sempre a partite molto equilibrate.
In materia di bilanciamento delle armi, l'impressione è che i fucili di assalto siano un po' troppo letali se paragonati a quelli da cecchino ma è probabile che si tratti di una scelta per incoraggiare gli scontri a fuoco più "dinamici" ed evitare che le due squadre tendano a barricarsi troppo sulla difensiva. Da notare anche che ogni arma influenza la velocità di movimento del personaggio.

in cerca del guizzo
Nel complesso, a Blacklight: Tango Down sembra non mancare veramente nulla sotto il profilo della caratteristiche di base: armi personalizzabili nei modi più svariati, mappe ben disegnate, gioco in Rete fluido e senza intoppi (su connessione Wi-Fi abbiamo quasi sempre registrato il miglior ping possibile), senza dimenticare la modalità cooperativa per quattro giocatori, utile eventualmente ad allenarsi in solitaria prima di lanciarsi nelle competizioni; da notare però che questa modalità consente solo di invitare altri giocatori "conosciuti" alla propria partita ma non è dotata di un sistema di matchmaking in stile Left 4 Dead (cosa che avremmo decisamente gradito).
I reparti in cui sembra invece mancare qualcosa sono quelli più "superficiali", per esempio riguardo alla definizione della grafica, non proprio stupefacente, e all'impossibilità di distruggere alcunché, quando invece sarebbe stato molto divertente poter (per esempio) poter mandare in frantumi alcune delle barricate predisposte dagli sviluppatori. Pur avendo apprezzato il ritmo di gioco sostenuto, inoltre, non sarebbe stato male poter "interpretare" anche delle classi più strategiche, vedi quelle presenti in serie come Enemy Territory e Team Fortress, ma forse sarebbe stato chiedere troppo.

fonte
 
Top
0 replies since 15/7/2010, 15:28   20 views
  Share